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Volume 1, Issue 1
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Emozioni virali. Le voci dei medici dalla pandemia

Luisa Sodano;Maria Gabriella Buzzi
DOI: https://doi.org/10.36158/978889295359810
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La pandemia di Covid-19 senza precedenti e inaspettata causata dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2 ha costretto i medici a sconvolgere la loro routine lavorativa quotidiana, a convertire interi ospedali in unità Covid-19 e ad abbandonare la propria vita quotidiana privata. Durante la fase pandemica 1 i medici italiani hanno dovuto affrontare un’esperienza straordinaria improvvisamente dopo la diffusione di Sars-CoV-2/ Covid-19 in Cina all’inizio del 2020. L’abnegazione e la compassione erano le potenti forze che guidavano il loro incessante lavoro. Le esigenze insoddisfatte di fronteggiare e curare adeguatamente i pazienti a causa della novità e della peculiarità dell’infezione/malattia, insieme all’impreparazione alla pandemia, hanno trovato il posto per la discussione in un gruppo sociale appena nato, il cosiddetto “gruppo Facebook 100,00 medici”, che spontaneamente e rapidamente era diventato fonte di informazioni, discussioni e proposte gestionali. Nel frattempo, è stato anche il luogo in cui le emozioni interiori e segrete hanno trovato la loro formulazione che alla fine ha dato origine a una raccolta di racconti che è diventata un libro intitolato Emozioni virali. Le voci dei medici dalla pandemia. Questa antologia, riportando esperienze personali e professionali, può servire da libro di storia per insegnare alla prossima generazione, per mantenere memoria del momento unico durante la pandemia di Sars-CoV-2/ Covid-19 Fase 1, per aiutare a migliorare il Sistema Sanitario Italiano e per sottolineare il ruolo positivo della comunicazione digitale, se correttamente utilizzata.

Emozioni virali, Le voci dei medici dalla pandemia è dedicata a tutte le vittime del Covid-19 e le royalties saranno donate a famiglie di medici che non sono sopravvissute alla pandemia.

Quando il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 si stava espandendo in Cina e stava iniziando la sua folle corsa in tutto il mondo, e Codogno (Lodi, Italia) ha ospitato il primo caso italiano riconosciuto di Covid-19 (21 febbraio 2020), un gruppo Facebook di medici italiani è stato riconvertito per affrontare specificamente il nuovo virus e la malattia correlata (“Coronavirus, Sars- CoV-2 e Covid-19 gruppo per soli medici” https://www.facebook.com/groups/ Coronavirusmediciitaliani/).

In poche settimane il sito ha registrato più di 100.000 medici ed è stato sovraccaricato da post di qualsiasi tipo di specialisti medici che riportavano le condizioni critiche in cui stavano lavorando, descrivendo qualsiasi tipo di sintomo Covid-19, chiedendo suggerimenti, infettandosi e sottoponendosi a trattamenti, a volte in Terapia Intensiva da dove, fino a quando possibile, descrivevano qualsiasi singola caratteristica e progressione della malattia. Durante le prime settimane, insieme alle caratteristiche respiratorie della malattia, molte altre caratteristiche sono state illuminate e hanno fornito indizi per riconoscere il Covid-19 anche in assenza di sintomi respiratori nelle persone non ricoverate. Ipo/ anosmia e ipo/ageusia sono stati continuamente riportati e appresi come i sintomi più comuni e premonitori della malattia, mostrando il precoce coinvolgimento del sistema neurologico e portando all’ipotesi di un portale diretto di ingresso del virus dal naso al cervello che ha comportato una grave complicanza del Covid-19 (cioè ictus ischemico o emorragico) osservato nei pazienti ospedalizzati. L’allarme su questi e altri sintomi e segni come le manifestazioni cutanee del Covid-19 è stato fondamentale per aiutare a identificare rapidamente i pazienti che potrebbero essere la fonte di infezione per altre persone. I risultati anatomo-patologici sono stati spesso descritti nel gruppo e molte delle informazioni sono servite per comprendere meglio i meccanismi della malattia nonché per ipotizzare un trattamento adeguato, poiché il virus Sars-CoV-2 e la sua malattia correlata, Covid-19, erano completamente nuovi.

Nel frattempo, il gruppo era l’ambiente in cui i sentimenti personali emergevano come se fosse l’unico luogo in cui parlare e condividere il lato emotivo dell’esperienza pandemica. In questo contesto, il 23 aprile 2020, Luisa Sodano, Epidemiologa, che si era registrata nel gruppo poco prima, ha pubblicato la sua idea di raccogliere in qualche modo questa parte emotiva della storia. Nel giro di due settimane molti medici inviarono i loro racconti, per lo più dal Nord Italia, 37 dei quali divennero il corpo del libro.

La prefazione scritta da Camillo Il Grande, chirurgo gastrointestinale, il medico fondatore del gruppo Facebook, sottolinea il ruolo del gruppo come hub privilegiato per discutere, scambiare opinioni, chiedere e fornire supporto. Come dice Camillo, il libro è “la naturale evoluzione della consapevolezza di sé e del confronto” che si è evoluta durante la pandemia “Fase 1” all’interno del gruppo dove ogni dubbio, ogni richiesta di aiuto, ogni informazione, ogni sentimento o paura potrebbero essere raccolti e custoditi.

L’introduzione, scritta dai membri del comitato editoriale (Patrizia Iolanda Ambruoso, Marina Bianchi, Maria Gabriella Buzzi, Giuliana Crisman, Marcello Marcelli, Stefania Mostaccioli, Luisa Sodano e Marco Solaro) delinea il contenuto delle sezioni del libro che esprimono la condizione in cui ogni medico/scrittore stava svolgendo il proprio lavoro. I bisogni insoddisfatti e la ricerca spasmodica per far fronte al virus e alla sua malattia correlata sono stati al centro della discussione. Nel frattempo, il senso di solidarietà emerso all’interno del gruppo e che si sarebbe tradotto nei cosiddetti “affetti collaterali”, ha portato all’idea che un pezzo di storia come quella vissuta dai medici (e da tutti gli altri operatori sanitari), meritasse di essere riconosciuta e possibilmente ricordata in futuro. Quindi gli “attori principali” dovevano annotarlo, lì e poi, prima di perdere la componente emotiva interiore. L’umanità, compreso il senso di impotenza, impotenza e solitudine sono i sentimenti principali in tutto il libro, comuni sia ai medici che ai pazienti.

Le cinque sezioni hanno tracce specifiche sulla base del ruolo che qualsiasi medico/ scrittore ha avuto nella sua attività medica. La prima sezione del libro, “Il contesto” è una panoramica delle condizioni in cui si è diffusa la pandemia di Sars-CoV-2 in Italia. Innanzitutto, la mancanza di un piano pandemico italiano aggiornato che riveli la scarsa capacità dell’Italia di far fronte alla pandemia, e poi le notizie dubbie dalla Cina e l’incertezza dell’OMS, la rapida corsa del virus nel Nord Italia e la premessa al lockdown nazionale, le difficoltà nel creare un adeguato sistema di monitoraggio e rintracciamento per identificare i cluster e isolare i casi, e infine, lo schiacciante numero giornaliero di vittime e la necessità di ricollocare i cadaveri fuori Bergamo dove non c’era abbastanza spazio per seppellirli, attraverso i camion dell’esercito italiano. Questo è stato, ed è ancora, il quadro più difficile e il peggior ricordo della pandemia di Covid-19 “Fase I”. Nelle sezioni seguenti, “A mani nude”, “Città e campagna”, “Caro collega, mi aiuterai?” e “La retroguardia”, 37 storie descrivono le molte diverse condizioni che i medici hanno dovuto affrontare durante la fase I della pandemia.

“La categoria letteraria a cui l’opera è riconducibile può essere identificata come medicina narrativa. […] La medicina narrativa sono anche storie che guardano alle epidemie non da un punto di vista medico-scientifico, ma, appunto, da una prospettiva letteraria. […] Le narrazioni che provengono dall’esperienza stessa della malattia sono di natura diversa. In inglese questa produzione è raccolta sotto l’etichetta di “miseria report”, ovvero storie di sofferenza indotte da patologie e percorsi di cura (miseria in questo contesto significa avversità, sfortuna, sofferenza)”. Così Sandro Spinsanti, bioeticista, qualifica il libro Emozioni virali (https://sandrospinsanti.eu/la- pandemia-e-i-suoi-affetti- collaterali/). Nel suo commento, Spinsanti evidenzia alcune delle emozioni prevalenti che emergono nella lettura delle storie. Tra questi, il senso di orgoglio nella professione e. “nessun trionfalismo sotto il profilo tanto decantato degli eroi e degli angeli: semplicemente una consapevolezza riconquistata, sul terreno di un impegno in condizioni estreme”, insieme alla consapevolezza di essere vulnerabili.

Come detto in precedenza, questa “antologia” nasce dalla necessità di descrivere esperienze personali per testimoniare in tempo reale un momento cruciale a livello mondiale. Emozioni virali è quindi un libro di storia interessante e unico che potrà servire in futuro come libro didattico per comunicare con le prossime generazioni.

Inoltre, la consapevolezza dell’impreparazione e l’urgenza di lamentarsi di un sistema sanitario inadeguato, richiedono una revisione approfondita. L’esperienza riportata può servire a gettare le basi per un rinnovato sistema sanitario pubblico. Come ha detto un lettore di Emozioni virali , “Questo libro contiene un progetto trentennale per il prossimo Sistema Sanitario Italiano”.

Infine, il modo in cui le Emozioni virali sono nate nel bel mezzo del lockdown, sottolinea le potenzialità della comunicazione digitale. Il “gruppo Facebook 100.000 medici” è, infatti, il primo e, finora, il più grande social network in corso specificamente dedicato alla pandemia. Emozioni virali è stata costruita completamente attraverso la comunicazione digitale e gli incontri virtuali del comitato editoriale a tarda notte dopo dure giornate di lavoro e sorprendentemente è nata come oggetto maneggevole e tangibile. La maggior parte dei medici/scrittori non ha ancora avuto la possibilità di incontrarsi di persona. Il libro è stato presentato principalmente in incontri virtuali o attraverso i mass media (giornali, radio nazionali e canali televisivi). Tuttavia, tra le poche presentazioni “in presenza”, è degno di nota ricordare quelle in Lombardia: a Martinengo (Bergamo) il 16 luglio 2020 e a Milano il 30 settembre 2020, un omaggio a una regione che ha subito il peggiore impatto della pandemia di Sars-CoV-2 e il più grande pedaggio al Covid-19.

Medici, infermieri e operatori sanitari italiani sono stati nominati per il Premio Nobel per la Pace 2021 in riconoscimento dei loro sforzi per affrontare un’emergenza sanitaria molto grave.

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